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signup form

Una delle parti fondamentali di un flusso di acquisizione su un sito web è costituito dal cosiddetto signup form, il modulo di registrazione.

Un signup form è sostanzialmente un modulo che consente alle persone di compilare determinati dati richiesti dalla piattaforma e procedere con la fase effettiva di registrazione.

Questi form si trovano dappertutto: dagli e-commerce ai SaaS, qualsiasi modello di business contempla giustamente un modulo di questo tipo per la registrazione e quindi l’acquisizione definitiva dell’utente.

Così anche il più piccolo degli errori di progettazione può avere enormi conseguenze sulle conversioni.

Ad esempio nel 2010 il team di Expedia, famosa azienda digitale verticale sui viaggi turistici, scoprì attraverso i propri sistemi di analisi dei dati che una singola linea aggiuntiva nel loro form di registrazione aveva determinato più di 12 milioni di dollari all’anno di ricavi non generati, come verificato dopo la modifica.

Per questo è assolutamente necessario ottimizzare questo componente per massimizzare l’acquisizione di utenti e di fatto, come si può notare dall’esempio appena citato, potenzialmente anche i ricavi futuri.

In questo articolo vediamo quali sono le 9 best practice principali che permettono di creare un signup form efficace.

Signup form efficace: 9 best pratice

Sebbene sia abbastanza facile commettere qualche errore quando si progetta il signup form della propria piattaforma online, possiamo affidarci a una serie di accorgimenti e consigli su come poter realizzare un modulo di registrazione ottimale e che sia in grado di tenere alti i tassi di acquisizione dei nuovi utenti.

Di seguito offro una panoramica di quelli che ritengo essere i principali aspetti che contribuiscono maggiormente alla creazione di un signup form efficace.

Consiglio #1: meno campi, più conversioni

Per prima cosa, siccome stiamo chiedendo i dati dei nostri visitatori e questo fatto potrebbe già di per sé rappresentare una barriera di ingresso non indifferente, specialmente se si richiedono informazioni particolarmente sensibili, cerchiamo almeno di ridurre allo stretto necessario il tipo di informazioni richieste e quindi il numero di campi da compilare.

Infatti diversi studi hanno dimostrato nel tempo che in un signup form meno sono i campi da compilare, più alto sarà il tasso di conversione.

Si tratta di un dato ormai risaputo nell’ambiente lavorativo e anche facilmente intuibile con un minimo di buon senso.

Al di là dell’industria specifica a cui è legato il business in questione, per cui le percentuali potrebbero differire un po’, e data un’esperienza in generale positiva nel flusso di registrazione, i moduli che presentano meno di 5 campi convertono mediamente attorno al 20%.

Se abbiamo un form con 6-7 campi, potremmo incrementare di circa 5 punti percentuali (che non è affatto poco!) semplicemente rimuovendo un paio di campi da compilare, ovviamente se siamo nelle condizioni di poterlo fare e cioè di non avere particolare necessità di alcune informazioni.

Esiste un equilibrio sottile tra il chiedere abbastanza informazioni utili per qualificare i nostri nuovi utenti e il perdere definitivamente i visitatori, proprio a causa di lunghi moduli vincolanti.

Se non siamo certi di quale possa essere il numero ideale di campi per il nostro pubblico, partiamo introducendone pochi, quelli più essenziali, e procediamo a inserirne con il tempo altri, verificando se ci sono cambiamenti significativi sul tasso di conversione o meno.

Ovviamente il numero di campi da inserire inizialmente dipende anche dalla percezione che si ha del nostro brand: migliore è la reputazione del nostro business, più saremo in grado di poter inserire un numero cospicuo di campi da compilare senza influenzare negativamente le conversioni.

Un piccolo stratagemma per valutare quali campi possono essere rimossi consiste nel definire intanto quali campi indicare come obbligatori.

In questo modo riusciremo di conseguenza a individuare i campi opzionali che sono i principali candidati per essere rimossi.

Infatti se abbiamo etichettato il campo specifico come facoltativo, evidentemente non abbiamo tutta questa urgenza di raccogliere quel dato.

Se per esempio non abbiamo bisogno di conoscere determinati dati aziendali, come la sede legale e il numero di impiegati, semplicemente non chiediamoli, quantomeno non immediatamente nel form.

Lo stesso vale per lo username, il nome utente.

Davvero le persone hanno bisogno di definire il proprio username per registrarsi?

Non potrebbero farlo una volta effettuato l’accesso, dopo aver completato l’iscrizione?

O semplicemente utilizzare il proprio indirizzo email per effettuare l’accesso?

Meno lavoro di compilazione faremo fare ai nostri potenziali utenti, meglio sarà dal punto di vista della conversione finale.

Perciò cerchiamo di mantenere nel modulo di registrazione solo i campi obbligatori in quanto avremo così una buona probabilità di aver effettivamente “ridotto all’osso” il modulo stesso, evitando l’inserimento di altre informazioni non indispensabili in fase iniziale.

In certi casi possiamo anche unificare 2 campi in 1: chiediamoci ad esempio se per il nostro caso specifico sia davvero utile avere nome e cognome del nuovo utente in 2 campi separati invece che fonderli in un unico campo “Nome completo” o mantenere anche soltanto il campo relativo al nome.

Consiglio #2: un campo speciale, la password

Un altro campo fondamentale è la password.

Si vede spesso usare il doppio campo per l’inserimento ripetuto della password per verificare che sia stata digitata correttamente.

Purtroppo questa pratica rallenta il processo di compilazione del modulo e quindi non aiuta di certo con le conversioni.

Invece che richiedere la conferma della password invitando il visitatore a inserirla nuovamente, permettiamogli di vedere che cosa ha effettivamente digitato nel campo specifico attraverso l’interazione dell’icona “mostra/nascondi”, generalmente a forma di occhio, che consente di svelare la password e verificare che sia stata inserita correttamente.

Per quanto riguarda la password ci sono altri 2 aspetti da tenere in considerazione:

  • il formato della password deve essere abbastanza sicuro ma non eccessivamente vincolante, quindi non esageriamo con le varie tipologie di caratteri necessari. Esistono però alcune situazioni specifiche, come quelle relative all’accesso al proprio home banking, in cui è effettivamente utile richiedere una password molto complessa. In questi casi un formato interessante per la password potrebbe essere costituito da almeno 8 caratteri, in cui sia presente almeno un carattere maiuscolo, un numero e un simbolo speciale (per esempio,“+”,“$”,“#” e così via);
  • non dimentichiamo di progettare un sistema di recupero della password che sia il più facile e immediato possibile altrimenti, qualora l’utente dovesse incontrare difficoltà significative nel recuperare la password, potrebbe decidere di abbandonare la piattaforma, impossibilitato a entrare nuovamente se non ripetendo la procedura di registrazione. Una modalità spesso utilizzata per gestire la questione è quella di richiedere l’indirizzo email o altra informazione associata all’utente in modo tale che il sistema, riconoscendo l’utente specifico, possa inviare una email al suo indirizzo di posta elettronica per effettuare il reset della password.

Consiglio #3: il sign-up form a più fasi

Certe volte invece abbiamo effettivamente bisogno, magari per questioni legate alla natura del nostro business, di una mole considerevole di dati affinché l’utente possa registrarsi.

Per esempio le iscrizioni che richiedono anche il pagamento dell’abbonamento mensile necessitano ovviamente di tutti i dati di fatturazione e del metodo di pagamento.

In questi casi, per evitare di mostrare al potenziale utente una schermata piena di campi di testo, scoraggiandolo nel proseguimento della registrazione, valutiamo se sia il caso di spezzare il processo in più fasi e creare così un multi‐steps form, cioè un modulo di registrazione composto da più parti sequenziali.

Così facendo, renderemo l’esperienza più gradevole in quanto sembrerà di effettuare tanti piccoli passi piuttosto che un’unica operazione complessa, a causa della compilazione necessaria di svariati campi di testo.

D’altronde in linea generale, nei casi in cui sia effettivamente necessario, i multi-steps form tendono a performare meglio di quelli a singola pagina, poiché creano un meccanismo di avanzamento che inconsciamente stimola e gratifica l’utente, specialmente nei casi in cui è presente un elemento che mette in evidenza il proseguimento della registrazione.

Più pagine dedicate al modulo si traducono in maggiore spazio per testi di dimensioni più grandi, campi di testo più lunghi ed etichette dei campi stessi che potrebbero non rientrare all’interno di un singolo modulo più piccolo.

Inoltre generalmente le registrazioni a più passi sono contraddistinte dalla presenza della cosiddetta progress bar che permette di informare l’utente sul livello di completamento complessivo del processo di iscrizione.

Il concetto è semplice: se possiamo rimuovere alcuni campi facciamolo altrimenti evitiamo di far entrare a tutti i costi i vari elementi del modulo in un unico spazio limitato, o piuttosto, come detto finora, distribuiamoli in diverse pagine sequenziali del modulo stesso.

Un altro suggerimento interessante a riguardo è quello di inserire le richieste delle informazioni più sensibili alla fine del processo di registrazione in quanto il potenziale utente avrà già investito del tempo per la compilazione di buona parte del modulo e si sentirà più propenso a completare l’intero processo, evitando l’eventualità di aver sprecato tempo.

Infine si potrebbe considerare di far iniziare il processo tramite multi-steps form attraverso una finestra modale, cioè un popup che compare sulla stessa schermata dove è stata selezionata la CTA per la registrazione, per poi proseguire con le altre operazioni di compilazione dei dati e di impostazione dell’account in una pagina differente che preveda più fasi al suo interno.

In questo modo, iniziando a compilare direttamente dalla prima pagina di registrazione, magari coincidente con l’home page, si trasmetterà all’utente la sensazione che il processo sarà semplice e rapido.

Consiglio #4: l’autocompletamento dei campi

Considerando poi che probabilmente il modulo di registrazione della nostra piattaforma non sarà il primo a richiedere determinate informazioni all’utente, potrebbe risultare assolutamente efficace abilitare la funzionalità di autocompletamento dei campi.

Infatti certe informazioni possono essere memorizzate dal browser del visitatore e suggerite ogniqualvolta si inizi a compilare qualche campo di testo.

Questa tecnica permette di velocizzare l’intera procedura di iscrizione, facendo risparmiare tempo al nuovo utente.

Secondo Google (“Help users checkout faster with Autofill”), gli utenti completano i form in un tempo inferiore del 30% con la funzionalità di Autofill.

Consiglio #5: il campo CAPTCHA

CAPTCHA sta per “Completely Automated Public Turing test to tell Computer and Humans Apart”.

In sostanza si tratta di un campo di sicurezza utile per distinguere gli utenti reali dai bot e dai sistemi automatici.

Quanto volte sarà capitato di dover compilare un campo indicando le lettere e cifre rappresentate in maniera distorta in un’immagine?

Sebbene possa rivelarsi effettivamente utile per quanto riguarda la gestione delle false iscrizioni realizzate da bot, questo passaggio può anche abbassare la percentuale di conversioni.

Oltre a essere l’ennesima operazione da svolgere e che non apporta valore di per sé all’utente, può generare ulteriore frustrazione se risulta errata la compilazione (certe volte a causa dell’immagine effettivamente poco chiara).

Se questo dovesse ripetersi, potrebbe addirittura portare l’utente ad abbandonare la procedura di registrazione, infastidito dalla situazione vincolante della compilazione del captcha.

Perciò, anche in questo caso, se possiamo farlo, evitiamo di inserire il campo nel form, diversamente integriamo almeno l’opzione di ricarica di una nuova immagine o di utilizzo di una fonte diversa (per esempio, un file audio), qualora l’utente dovesse riscontrare alcune difficoltà nel distinguere i vari caratteri, o ancor meglio utilizziamo servizi come Google reCAPTCHA che sfruttano un metodo di verifica meno complesso per l’utente, chiedendogli di selezionare 3 o più immagini corrispondenti a una parola specifica.

Consiglio #6: il valore dietro alla registrazione

I professionisti che progettano i moduli di registrazione sanno quanto è importante ribadire quale sia la value proposition per il nuovo utente.

Un modo semplice ed efficace per farlo consiste nell’inserire le informazioni sul valore che il nostro business offre alle persone all’interno del signup form.

Sebbene lo spazio possa essere limitato, si può utilizzare il cosiddetto micro‐copy per indicare sinteticamente i benefici che l’utente può ottenere.

Mostriamo quindi all’utente che cosa lo aspetta una volta completata la registrazione: facciamogli capire una volta per tutte che si tratta del prodotto o servizio che risponde a una sua esigenza o che risolve un problema da lui particolarmente sentito.

Consiglio #7: comunicare gli errori di compilazione

Spesso accade di sbagliare la compilazione di determinati campi del modulo per distrazione, fretta o semplicemente battitura errata sulla tastiera.

Magari ci si dimentica di qualche carattere del proprio codice fiscale oppure si indica la propria data di nascita in un formato non consentito.

Ecco perché è estremamente importante avvisare repentinamente la persona che sta effettuando l’iscrizione.

Potremmo infatti usare la cosiddetta inline form validation che consente appunto di mostrare in tempo reale un messaggio d’errore di fianco al campo ispezionato, facendo così perdere meno tempo possibile al visitatore.

Nel messaggio non indichiamo solo il fatto che il campo è stato compilato erroneamente ma spieghiamo anche quale sia il modo corretto per compilarlo, specialmente se richiede un formato particolare.

Inoltre cerchiamo di mettere in risalto questi testi di segnalazione con un colore vivace, come per esempio il rosso su uno sfondo bianco, così da rendere immediatamente evidente al nuovo utente quali campi sistemare, senza costringerlo a visionare attentamente ogni singolo campo.

In certi siti web, una volta confermato l’invio del modulo contenente almeno un errore, il sistema va a posizionare automaticamente la schermata all’altezza del primo campo errato, rendendo le correzioni ancora più semplici da effettuare.

Infine è interessante dotare il signup form anche del cosiddetto password strength check che mostra quale sia l’effettivo livello di complessità della password appena digitata.

Consiglio #8: l’accesso tramite account social

Un’altra strategia spesso impiegata è quella legata all’integrazione dei pulsanti di iscrizione tramite social.

Un accesso di questo tipo riduce significativamente le tempistiche di registrazione grazie all’operazione di autocompletamento, questa volta non tramite il browser bensì attraverso Google, Facebook o altro social media.

Basta un clic sul pulsante corrispondente per acquisire le informazioni richieste all’utente, prelevandole automaticamente dal loro profilo social dopo la loro conferma.

Inoltre il nostro flusso di registrazione otterrà maggiore credibilità grazie all’uso di piattaforme molto conosciute e per questo ritenute più sicure.

In definitiva si tratta di una delle mosse più consigliate per velocizzare l’intera procedura di registrazione e consentire al nuovo utente di iscriversi risparmiando tempo e bypassando la compilazione più o meno manuale del signup form.

Consiglio #9: salvataggio dell’accesso

Quest’altra best practice è utile sia in fase di registrazione sia soprattutto per gli accessi futuri.

Diamo la possibilità ai nuovi utenti di rimanere “loggati” nella nostra piattaforma per un dato tempo prefissato, evitando di chiedergli le credenziali di login ogni volta che accedono al nostro sito web.

Si tratta di un beneficio relativamente piccolo che rende il nostro sito web decisamente più user‐friendly.

Se i nostri utenti più attivi tendono a ritornare sul nostro sito web con una frequenza giornaliera o anche più volte nello stesso giorno (il caso per esempio di un social network), dover sempre effettuare l’accesso inserendo le loro credenziali potrebbe rappresentare una friction piuttosto rilevante, il ché influenzerà negativamente i dati relativi alla permanenza sulla piattaforma.

Signup form efficace: conclusioni

Ricapitolando:

  • meno campi possibili nel signup form
  • ottimizzare il campo password
  • modulo a più step
  • autocompletamento dei campi
  • campo CAPTCHA solo se necessario
  • mettere in evidenza i benifici della piattaforma
  • mostrare e spiegare gli errori di compilazione
  • accesso tramite social
  • login salvato

Sono questi i 9 consigli per massimizzare i tassi di conversione e rendere più efficace possibile il signup form presente in un sito web.

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