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immagine growth hacker

Con il Growth Hacking negli ultimi tempi si è verificata una vera e propria rivoluzione nel mondo della crescita delle startup digitali ed innovative.

Perciò, vorrei spiegarti a modo mio tutto quello che si nasconde dietro questo fenomeno: se capirai realmente di che si tratta, ti ritroverai in casa un vantaggio competitivo devastante rispetto alle tue aziende concorrenti.

Questo primo post fa parte di una serie di articoli, 10 per l’esattezza, che andranno a descrivere e ad approfondire nei minimi dettagli ogni aspetto del Growth Hacking, e di chi lo fa realmente.

Per la precisione, gli articoli saranno incentrati su questi argomenti:

  • Che cos’è il Growth Hacking (l’articolo che stai leggendo ora)
  • Il profilo di un Growth Hacker
  • Il processo del Growth Hacking
  • Il funnel studiato dai Growth Hacker
  • Tattiche PULL per ottenere visitatori
  • Tattiche PUSH per ottenere visitatori
  • Tattiche PRODOTTO per ottenere visitatori
  • Come attivare i visitatori
  • Retention: come mantenere i propri utenti
  • Strumenti e definizioni dei termini più usati

Non proprio pochissimo, non trovi?

Quindi, se sei un imprenditore, un founder, un digital marketer o semplicemente uno che aspira ad una rapida crescita della propria nuova azienda, queste guide fanno davvero al caso tuo.

E non solo al caso tuo.

Perciò, condividi questo articolo con i tuoi amici e colleghi! Basta anche mettere un semplice Like, fallo ora! 😉

 

Growth Hacking: il nuovo modo di far crescere una startup

Il termine “Growth Hacker” è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis, l’uomo responsabile della crescita di ormai celebri società, tra cui Dropbox.

In un articolo del suo blog, Startup Marketing, intitolato “Find a Growth Hacker for your startup”, Sean definì il termine Growth Hacker come “a person whose true north is growth”, una persona il cui vero nord è la crescita.

Dunque, il Growth Hacker non sostituisce il termine Marketer, bensì rappresenta un ruolo diverso, seppur della stessa area operativa.

Il primo infatti si concentra esclusivamente su un semplice aspetto: la crescita.

Ed ecco spiegato perché questa figura professionale viene spesso associata alle startup: chi meglio di una startup necessita di crescere rapidamente per non naufragare?

Quindi, per chiarire meglio i due concetti, potremmo utilizzare la seguente equazione.

equazione growth hacking

Il Marketer (quello tradizionale) sta all’azienda di medio-grandi dimensioni come il Growth Hacker sta alla startup. Quella col budget limitato!

 

Dal prodotto fisico a quello digitale

prodotti digitali growth hackingDa secoli i prodotti sono sempre stati rappresentati da beni fisici: automobili, poltrone, libri, bevande, etc.

Ora esistono anche prodotti composti da particelle invisibili, i bit. Si tratta di software, dal gestionale per una società al social network del momento, dall’app gioco all’ebook.

Internet ha determinato proprio la nascita di questi prodotti 2.0 e per questo motivo c’è un bisogno di un nuovo modo di pensare.

In sostanza, la differenza che esiste tra i prodotti fisici e quelli digitali è che questi ultimi possono “auto-promuoversi”.

I Growth Hacker fanno proprio leva su questa caratteristica particolare per poter incrementare le vendite e la diffusione in maniera esponenziale.

 

Dalla distribuzione offline a quella online

distribuzione online growth hackingCosì come è nata una nuova tipologia di prodotti, anche il modo di distribuire questi prodotti è cambiato radicalmente.

Se una volta per promuovere un ristorante bastava posizionare in alcuni punti strategici delle insegne che informavano della presenza del ristorante nei paraggi, ora esistono altri canali più efficaci: quelli online.

Si parla infatti di SEO (Search Engine Optimization), quando si vuole ottimizzare la promozione di qualcosa sui motori di ricerca, Google, Bing, etc.

Si parla di Youtube e siti simili quando si vuole mostrare tramite video le funzionalità del prodotto e far accrescere la sua brand awareness.

Si parla di Facebook per comunicare con i propri amici o colleghi anche quando non si è fisicamente uno di fronte all’altro.

Le infrastrutture online sono infinite e solo coloro che riescono a cogliere queste opportunità potranno ottenere grandissimi risultati in poco tempo.

 

Che cosa indica la parte “Hacker”?

definizione hacker growth hackingLa parola Hacker ha assunto nel corso degli anni svariati significati.

Probabilmente ti starai chiedendo a cosa ci si riferisca quando lo si abbina al termine Growth.

Ora lo capirai.

 

Ti presento 3 definizioni diverse:

  • Ingenious Hacker: questo termine viene accostato a persone smart, intelligenti e con un’ottima inventiva. Spesso utilizzano tutto quello che è a loro disposizione per creare soluzioni efficaci e poco dispendiose che altrimenti non verrebbero sfruttate da altre persone. I processi legati alla crescita di una startup non sono sempre ovvi e ci vuole molta creatività per progettarli.
  • Software Hacker: ingegneri del software che applicano soluzioni tecnologiche per ottenere la maggior parte dei loro risultati. I Growth Hacker utilizzeranno software, database, API e tool di automazione per far crescere in fretta un business. Detto ciò, non è necessario che siano dei bravi programmatori ma che capiscano sino in fondo l’utilità delle tecnologie che ci circondano e conoscano quel minimo di principi di programmazione per poter coordinare chi il codice lo scrive realmente. I prodotti sono ormai basati sulla tecnologia, quindi padroneggiarla sarà fondamentale per la crescita.
  • Illegal Hacker: Hacker è anche usato per descrivere comportamenti illegali volti ad accedere in maniera non autorizzata ai sistemi informativi di banche o di altri enti. Il Growth Hacker invece non ha obiettivi di questo genere ma cercherà certamente di scovare delle falle nei sistemi in modo tale da poter far leva su di essi e costruirci sopra le strategie per la crescita della startup.

 

La parte Hacker della parola Growth Hacker indica perciò un mix di queste 3 definizioni appena enunciate: si tratterà quindi di una persona sveglia e in gamba, che conosce la tecnologia, probabilmente sa anche programmare (ma non è una caratteristica fondamentale), e sfrutta le criticità di altri software per garantire la crescita esponenziale alle proprie startup.

Hey, un attimo!

Prima di continuare (voglio presentarti un caso studio di successo!), sempre che tu non l’abbia già fatto, me lo metti questo like? Mi renderesti davvero felice. Grazie!

 

Un esempio pratico di Growth Hacking

airbnb-growth-hackingIn questa ultima sezione del post voglio riportarti brevemente un semplice caso studio per farti comprendere che cosa davvero significhi Growth Hacking.

Non posso quindi fare a meno che utilizzare il celebre esempio di Airbnb.

Come quasi sicuramente saprai, Airbnb, anche simbolo della Sharing Economy, è un sito che consente a chiunque di affittare il proprio appartamento ad altre persone.

Il segreto della crescita esponenziale di questo servizio, quando non era ancora famoso, è da attribuire a chi ha pensato di sfruttare alcune defezioni di un’altra piattaforma web, Craiglist, che riporta annunci di ogni tipo, dal lavoro agli incontri, dal noleggio agli acquisti.

Sostanzialmente, i growth hacker interni di Airbnb realizzarono una funzionalità che permetteva a coloro, che pubblicavano un annuncio di affitto camera/appartamento sul loro sito, di richiedere gratuitamente anche la segnalazione automatica dello stesso annuncio sul portale di Craiglist, in modo tale da incrementare la visibilità del loro banner e indirettamente di Airbnb stesso.

 

Airbnb Hacking in 5 punti

Il caso di Airbnb è uno dei primi ad essere stato associato alle tecniche di Growth Hacking per 5 buoni motivi:

  1. Airbnb ha fatto qualcosa che i marketer tradizionali non avrebbero mai pensato di poter fare, non avendo né le conoscenze tecniche né tantomeno la mentalità adatta a quel tipo di hack.
  2. Airbnb ha utilizzato il proprio prodotto, in questo caso i suoi annunci interni, come mezzo primario di distribuzione di se stesso. In altre parole, il prodotto ha portato traffico a se stesso, nessun budget è stato speso per l’advertising.
  3. Airbnb capì che poteva sfruttare la base utenti già esistente di un’altra piattaforma, Craiglist, senza quindi dover sforzarsi a crearne una nuova da zero.
  4. I growth hacker di Airbnb sono stati molto ingegnosi perché da nessuna parte vi era scritto che esisteva questa possibilità legata a Craiglist. C’hanno dovuto pensare loro stessi. Bravi!
  5. Il loro meccanismo di crescita si è basato principalmente sulla tecnologia: il team è stato costretto a fare reverse engineering su Craiglist perché la piattaforma non ha mai rilasciato API per permettere ad altri servizi di poter sfruttare le proprie funzionalità.

Ora non è più possibile pubblicare automaticamente gli annunci su Craiglist, in quanto quest’ultimo servizio è corso ai ripari e ha rimosso questa vulnerabilità.

Detto ciò, sebbene sia stata una strategia temporanea, questa opportunità tecnologica ha permesso ad Airbnb di ottenere nuovi visitatori e incrementare esponenzialmente la propria base utenti, con una spinta decisiva verso il successo futuro e l’affermazione di questa piattaforma web innovativa.

 

Il futuro del business sul web

futuro business growth hackingIl Growth Hacking è un trend molto interessante che ci offre una nuova prospettiva riguardo le società digitali.

È sempre esistita una certa barriera tra chi crea il prodotto e chi invece è responsabile di venderlo.

I programmatori sviluppano, i marketer promuovono.

Adesso con questa nuova figura ibrida, che si occupa sia di programmazione, sia di digital marketing, sia di analytics sia di processi psicologici e comportamentali, il divario si è decisamente ridotto.

In poche parole, i mondi stanno collidendo.

D’ora in poi, chi realizza il software, dovrà pensare anche alla cosiddetta customer experience, chi invece deve spingere il prodotto, dovrà anche conoscere le tecnologie di cui è composto, in modo tale da poter cogliere eventuali opportunità di crescita con l’integrazione di altri servizi.

 

Che cos’è il Growth Hacking: conclusioni finali

Siamo giunti alla fine di questo primo post della serie legata al mondo del Growth Hacking.

Dopo aver scoperto che cosa si intende esattamente per questo termine, abbiamo analizzato il cambiamento che c’è stato per quanto riguarda sia i prodotti che i modi di diffonderli e venderli.

In seguito, ho approfondito il significato della parola Hacker, che in questo caso ha una valenza un po’ diversa da quella solita.

Non poteva alla fine mancare un esempio pratico che mostrasse quale sia la mentalità e alcune delle tecniche adoperate da un growth hacker, quando si tratta di far crescere rapidamente un business.

Come ultima ciliegina, ho dedicato qualche riga al futuro modo di cooperare tra marketers e programmatori.

Per oggi non ho altro da dirti che salutarti e augurarti una buona giornata!
p.s. Ehm, in realtà, due cosette le avrei ancora da dire.

Se hai apprezzato l’articolo e se non l’hai ancora fatto, mi farebbe davvero piacere se mettessi un like o condividessi l’articolo sui tuoi social preferiti con i tuoi amici e colleghi;

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p.p.s. Hai altro da aggiungere per quanto riguarda il significato di Growth Hacking? Perché non lo condividi con me e gli altri lettori? Ogni tua considerazione è benvenuta nel mio blog. Scrivi qui sotto nei commenti!

Al prossimo post,
Gerardo

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